mercoledì 16 settembre 2015

pedo perdonu







Pedo perdonu


Sos giogos de s’ aera .. cando a sero
ispinghen  sole a s’ intirinada..
miscende  su passadu a su chi ispero
abbaido sos segretos chi mi dada.
Sa vida bido chi  torrat a zero
e chilcat d’ issa  ‘ue ch’ est andada…
in finis un’ ojada a s’ orizonte
inue  penseri  meu .. si cuat in monte.

Est  tando! .. murigo  in sas intragnas
 pischende dae bonu e su malu..
arranco  fadiga  de sa  muntagna
de pecos  chi  m’  apesantin  ‘alu.
S’ anìma   mi giamàt e  si nde lagnat:
“Cumbenit …cussu  diciu naràlu”
“No istes  inghiriende in tundu
a falzos mitos de  s’ umanu mundu”.

Su primu chi mi ‘enit a  sa mente
est cantu non dono a sa natura:
nde goso.. la decanto eternamente
e  puru semper  la leo a fura.
In s’ abba   mi ispijo  frecuente
chena  nd’ aer rispetu nen paura..
Acollu !.. finas eo so pretzisu
a cussu mitu chi narat Narzisu.

Sighit ..  in su faeddare intensu:
“proite  pessas d’ esser piseddina?
De vida  forsis as perdidu sensu
abbascende  sa conca e s’ ischina?”
“Fuidu   dae furias d’  universu
pro bider  totu cantu in sa bedrina..
s’ andala  paret de fatzilidade
chen’ arriscòs  de sa realidade. 

Su tratu.. su decoro  e  su decantu
non semper l’ apo dadu  meressida..
sos versos chi iscrio .. non dan tantu
pro esser  de gabbale in custa vida.
Depidos  de  amore  e rimpiantu
B’ at  como .. die pro die ..in donzi ‘essida..
..e tando faghemilu cussu donu:
“Punimi si.. ma dami su perdonu.”


Chiedo perdono

Quando I giochi  dell’ aria .. a  sera
spingono il sole al tramonto..
mescolando il passato con la speranza
osservo i segreti che mi dona.
La vita  torna alle origini
e cerca d’ essa ..’ove si è riposta.
Infine uno sguardo all’ orizzonte
dove il mio pensiero .. va calandosi dietro il monte.

Allora!  Frugo  nel mio interno
cogliendo dal bene e dal male.
Mi aggrappo alle fatiche della  montagna
di peccati che ancora mi appesantiscono.
L’ anima mi chiama e si lamenta:
“Ti conviene.. dire  ciò che  senti”
“non stare a girare intorno
ai falsi miti dell’ umano mondo”

Il primo che mi viene in mente
è  ciò che non faccio per la natura:
ne godo.. la  decanto eternamente
eppure  mi pare  di rubarla.
Nell’ acqua mi specchio di frequente
senza rispetto e senza alcun riguardo.
Ecco!  aanche io son uguale
a quel mito che si dice Narciso.

Continua.. nel su parlare intenso:
“perché credi di essere un bambino?
Hai forse perso il senso della vita
chinando il capo e curvando la schiena?”
“Scappando dalle furie dell’ universo
per guardare tutto dietro una vetrina..
Hai scelto la strada più semplice
senza i rischi ed ostacoli della realtà.

Del buon tratto..  decoro ed  armonia
non sempre  sono stato all’ altezza-
I versi che scrivo.. non danno tanto
per essere  rispettato in  questa vita.
Debiti d’ amore e di rimpianto
orsono.. ogni giorno ed in ogni azione..
.. allora fammelo quel dono:
puniscimi si… ma concedimi il perdono.”



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